Monica Sansoni, sposata e madre di due figlie, è stata eletta – ai sensi dell’articolo 5, comma 1 della legge regionale 28 ottobre 2002, n. 38 (Istituzione del garante dell’infanzia e dell’adolescenza) e successive modifiche – Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Lazio con deliberazione del Consiglio regionale 4 agosto 2021, n. 12.
La sua carriera è segnata da una profonda e costante dedizione alla tutela e alla promozione dei diritti e degli interessi dei minori, posizione questa che le ha permesso di analizzare e conoscere, in modo approfondito, le esigenze e i bisogni dei bambini e degli adolescenti nonché delle loro famiglie e, consequenzialmente, di offrire loro un valido ed essenziale supporto, attraverso molteplici e diversificate iniziative dedicate. La sua azione, muovendo dal superiore e primario interesse del minore e da una concezione del medesimo più che come “oggetto di protezione”, di “soggetto titolare di diritti”, ha sempre privilegiato forme di ascolto e coinvolgimento dei minori sui diversi temi che li vedano coinvolti, con l’evidente obiettivo di costruire una relazione efficace, e si è distinta non solo per il lavoro sul campo, ma anche per il contributo accademico e formativo. Significativo, in tal senso, il suo ruolo di docente di criminologia presso l’Istituto per Ispettori della Scuola di Polizia di Nettuno e al Master di II Livello in “Agenzie Educative La Famiglia e la Scuola”, in cui ha affrontato, tra gli altri, temi cruciali come le responsabilità civili e penali e la tutela del minore nell’era digitale.
L’impegno, la dedizione e la professionalità mostrate nel corso degli anni nello svolgimento delle descritte attività hanno indubbiamente consolidato la reputazione di Monica Sansoni come esperta nel campo della tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, consentendole di guadagnare il rispetto degli operatori del settore e il riconoscimento delle comunità di riferimento. In tale direzione, la sua carriera costituisce un tangibile e chiaro esempio di come mettersi al servizio delle comunità stesse, per vocazione prima ancora che per ruolo, possa determinare significativi risultati.